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Calliope

Calliope
Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

lunedì 15 ottobre 2012

Nene Dei sogni Nel mio cuore // annamaria vezio: Se è nel cuore che si edifica la grande casa, è lì che trova posto ogni soffio di vita.

Prova a entrare nel mio cuore
a respirare
a vivere i miei battiti,
vedere come accelera
quando il pensiero vola da te
e nella mia mente rivedo il tuo viso
sento i tuoi baci,
le tue carezze...
Lo vedresti mentre si stringe
per non piangere,
quando tu sei lontano
e la mia immaginazione
corre su altri binari,
sentiresti la gioia
nel godere del tuo corpo caldo
entrare in me
unirsi in attimi infiniti,
mentre il tuo nome
esce in un soffio
diventa bacio
sulle nostre labbra
che si cercano.
Prova a entrare in questo cuore
tanto piccolo,
ma immenso per accoglierti
con tutto l'amore che ho...

Nenè

giovedì 11 ottobre 2012

NONNA ANNA (in arte Antonio de Curtis)

L’andarono a “prendere a Pompei”, “chell’aneme ‘e ddio” !
“Quatt’anne, cert’uocchie ca te recevene, pigliame, pigliame !”
Così scelsero lei. Orfana di madre, un padre scioperato, affidata alla zia che non la voleva, fu portata a Pompei
La portarono a casa come una bambolina. e la colmarono di quelle attenzioni che non aveva mai avuto prima di allora. Appena fu un po’ più grandicella, a lavorare nella terra, alla montagna: cresceva forte e contenta. E bella. Corteggiata da parecchi giovanotti scelse quello meno rozzo, più dolce. Per quella che era la dolcezza, di quei tempi in quel posto. Aveva 18 anni, 26 lui quando furono marito e moglie.
Da allora, e per 22 anni fece un figlio in media ogni anno.
si perché fare l’amore era l’unico “divertimento” che avevano.
“Divertimento” per lui; quasi un “dovere” per lei.
Come era per tutti, allora.
Il “piacere di fare l’amore” quello era solo dell’amore clandestino, dietro una siepe in montagna, in una “ngogna” = anglo nascosto, nella terra, nel fienile quando si era certi che nessuno sarebbe arrivato e, per le “signore” anche il letto di casa. Essì perché anche le signore, quelle che non erano ai lavori nei campi, le signore avevano le loro voglie.
La Nostra, ebbe 11 figli, alcuni morti in tenerissima età;
uno lo partorì in campagna, aiutata dalle compagne e lo tenne in una sporta finché non ebbe la forza per tornare a casa.
Il marito lavorava; lei badava alla casa, ai figli, alla terra, agli animali. Al marito che tornava stanco da una giornata, spesso una settimana di lavoro. Anche a letto di notte.
Morì di un tumore a 71 anni, dopo una lunga malattia, la mattina dopo che era giunto il figlio dall’ Africa.
Era mia nonna, la mamma di mia mamma.

QUATTRO MONETINE NELLE TASCHE DI PAPA' Laura E. Privitera

Ho trovato nelle tue tasche quattro monetine
e me le son prese perchè tu rimediassi a ciò che m'hai fatto:

una per quando naqui e per te ero la più bella
mentre sembravo a tutti una prugna secca e senza fiato
ero bella solo per te
ma ugualmente tu m'hai lasciato

una per quando mi portavi a toccar le stelle sulle tue spalle
ed io urlavo e stavo male dallo spavento ma tu insistevi
insistevi davvero tanto
ma alla fine m'hai posato

una per tutte le volte che m'hai detto che mi volevi bene
me ne volevi e io ti credo
ma poi non ci sei più stato

una infine l'ho presa per quella volta che te ne sei andato
con le mani incrociate al petto
e senza le scarpe che non t'ho infilato.

venerdì 5 ottobre 2012

Senza titolo. di A. de Curtis


(Una vecchissima "poesia"
di quando pensavo di scrivere poesie)

Un vagito
Un sorriso
La scelta
L’affanno
Canuto
Un rantolo.