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Calliope

Calliope
Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

giovedì 30 agosto 2012

Della Madre da "Pensieri e Riflessi di Vita" copyright by Am Vezio


Ché madre fu, quella falda acquifera che lambisce l’humus e, per le radici, lentamente si arrampica ed espande fra le fibre del tronco per raggiungere i rami e irrorare di vita i germogli e le foglie.
Ché madre fu, la fatica e la gloria a superare ogni forza nemica dell’etere che gonfia ogni bolla pregna del disegno dell’Universo, e portandola in alto, la comprime e la scoppia spargendo ogni essenza di vita.
E fu quindi madre, a seguire e nutrire i percorsi del tronco, dalla già più insignificante e piccola radice, inoltrandosi fra le buie vene del legno, a salire salire, e ad ogni ferita piangere una lacrima d’ambra, a testimonianza per i secoli a venire.
La lacrima d’ambra a catturare frantumate onde di luce per avvolgere ed effondere, con aure di calore, il corpo dell’albero; giovane potenza che nasce dalla Terra Madre, e da essa si perpetua.


 Della Madre  da "Pensieri e Riflessi di Vita" copyright by Am Vezio2012

mercoledì 29 agosto 2012

Abbraccio d’amore copyright by Nene dei Sogni

Si apre il mio corpo
per te
come un fiore meraviglioso
su un letto di petali stellati.
Mi arrendo a te
che rubi tempo alla vita
che parli di terre lontane
di sogni e fiabe
e una lacrima dai miei occhi,
scivola via
portandosi dentro quelle immagini.
Ti amo mio amore,
nostalgia di te
già ora che sei qui con me
come sabbia scivoli via
tra le mie dita inermi.
Ti guardo
in questi lunghi silenzi
vorrei che in un abbraccio
mi raccogliessi dentro il tuo cuore,
stilla di sangue vivo
per vivere in te
per sempre...

2012©tutti i diritti riservati

Immagini distorte copyright by Renato Fedi

Dune a scendere
e rivoli di sabbia gialla
cotta da un sole distruttore,
si perde l’occhio
tra un vuoto d’assoluto
sfibrato dal furore dei raggi.

Ballano le onde

di calore verso il cielo
come odalische nella casbah,
mentre il vento
fruscia con voce lieve
e intona una canzone antica.

Pochi i rumori

che saltano nell’aria
a scuotere silenzi ancestrali,
crepitii soffusi
e il ronzare d’insetti
in disperata voglia d’ombra.

Passi di sahara

a prendersi il sonno,
a regalare attimi giovanili,
è il mio sogno
a volare tra i ricordi
d’immagini ormai distorte.

L’aratro del silenzio copyright by Lorenzo Curti

Solca le zolle della notte
Arida di stelle
Affresco senza colori.

Erose le residue energie
Disaggregati i pensieri
Vigilo sui contrafforti del buio
Dalla balaustra dei miei occhi annosi.

Accumulo sporadiche carezze
Da brezze inaspettate
Contemplo la fine d’un’altra estate
I fatui fervori arrugginiti
D’una stagione al tramonto.

Infinita marea il tempo
Secche paludi i giorni
Semi sparsi
Nei campi d’anima

ALI DI VENTO copyright by Francesca Montomoli

Ali di vento,
immense ali o minuscole foglie
che il piede calpesta
o la mano raccoglie,
minuscole foglie o immense ali
come un gioco silente
fra dei e mortali,
frusciare di foglie
in un fruscio d’ali.


(Francesca Montomoli)

lunedì 27 agosto 2012

Fabrizio ed.1985 copyright by Am Vezio



Dove sei, amico caro
col tuo affetto largo, baia dei miei dispiaceri
infinito azzurro, dei miei momenti di gloria.
Dove sei.
Mi vedo appoggiare l’anima a te
dentro il tuo sguardo, nella sua profondità
buttare le ansie e le paure
le angosce e le tensioni,
e guardare nei tuoi occhi la mia gioia
e sapere, amico caro
che mentre io vivo tu stai vivendo con me
Dove sei, amico caro
dove sono baia e infinito azzurro
dov’è lo sguardo, pozzo e specchio
dell’anima mia?
Dov’è il pane che si univa e si divideva
dov’è l’amicizia che ci affamava e saziava.
Dove sei, amico caro?
Nella baia ho buttato i dispiaceri
e dell’infinito azzurro è rimasta una scia
d’aeroplano
dove le mie grida di gioia diventano sussurro.
Niente canti e armonie nella volta celeste
niente onde impetuose e sabbia pungente
nella baia
Cosa è rimasto?
Dove sei amico mio, amico caro
nei tuoi occhi non c’è più uno specchio per me
e nemmeno una profondità dove annegare le ansie.
Tra di noi una fascia di deserto
che spegne il canto
a volte, il vento bisbiglia appena
la tua voce
ora allegra ora un singhiozzo
e se ti cerco con lo sguardo
il riverbero m’impedisce di vedere i tuoi occhi
Sei lontano
E tu per me
ed io per te
siamo sussurri nell’infinito azzurro
Siamo aride baie dove il mare stenta ad arrivare
niente cori e armonie nell’aria
le nostre note sono singhiozzi solitari.

Sete Di Vita di Maurizio Trapasso

In estasi i tuoi trifogli, le tue tuberose e gelsomini,
gli uccelli di aprile vanno al paradiso,
sono grilli quelli che pettinano violini con permesso,
si escludono per il viaggio le gemme e scarpini.


L'oscura chiarezza entra ai tuoi confini,
abbaglia nel tuo cotone l'oro del tuo ricciolo
che culla nelle sue tenerezze la notte con incantesimo,
si ascolta in dolce sogno cantare a serafino.


Assente nel concerto spingi il ciglio
ed occulti i turchesi festivi della tua aurora,
traversina collochi corona alla montagna.


Aperta la tua ciliegia si alza seduttrice
e calma la nostra sete di vita nella tua capanna.
Presenti e lontani in astro che si ignora.

© Maurizio Trapasso - 30.06.2012
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Pelle di seta Nene dei sogni 2012©tutti i diritti riservati

Come seta
la mia pelle
scivola su te,
sensuali brividi
nei tuoi occhi appena dischiusi.
Carezze sempre piu intense,
la lingua scorre
raccogliendo gocce di noi,
le tue mani morbide
prima dolci
poi sempre più padrone di me.
Calore
nei nostri corpi uniti
abbandonati,
senza riserve.
Tra i raggi del sole
fare l'amore,
scoprirci,
respirandoci...

2012©tutti i diritti riservati

sabato 25 agosto 2012

Alla porta il vento copyright by Am Vezio


Un colpo alla porta
che si gonfia e batte,
con timore m’accosto
“chi c’è nella mia casa
che da una stanza all’altra
vuole andare”
Leggera sulle punte
dei piedi miei
mi sposto
e l’orecchio appoggio
sulla porta che respira
si muove e mi riporta
di una mano un colpo
L’apro,
lentamente scosto
la maniglia e l’anta
che la voce sua riporta
di legno colorata
Il vento,
il vento bussa alla mia porta.

venerdì 10 agosto 2012

Luna rossa (E' la notte delle stelle, mi fa piacere onorarne la "madre")

Ogni elemento
rispettoso ammutolisce,
le sue vesti
nascostamente sfiora
al suo passaggio
E’ profumo di ginestre fresche
e di giglio appen’aperto
l’alito di vento che l’avvolge
Ogni elemento tace
tutt’a un tratto è silenzio
Di cicale non v’è più
audace strepitare
né di grilli s’ode il cantare
Solo lucciole abbracciate
convoglian luce sul suo passo
E’ il silenzio della notte
che l’alone mistico accompagna
della luna rossa al suo apparire.

ed. "Scrivere" 2012 copyright by Am Annamaria Vezio

mercoledì 8 agosto 2012

Isthar da "Anime senza ali" ed. 2012 copyright by Am Vezio

Dal morso della pesca
succulento
liquido dolce scende
Sull’onda del seno
disegna
la morbida curva del piacere
È estasi il momento
che sulla pelle del dito s’imprime
Scivola
sulla linea del collo
e sull’incavo dei fianchi si ferma
Si aprono le mani
come ali di aquila vorace
e nel nido di caldo bagnato
trovano riposo
e morte felice.

(Isthar: dea asiatica corrispondente a Venere dei Romani, Afrodite dei greci)

lunedì 6 agosto 2012

Tenera notte amici miei, che le sue dita accarezzino la vostra anima e la sorreggano con leggerezza domani, nelle onde del sole che verrà a illuminare il giorno e i suoi nodi da sciogliere. Che ogni nodo sia sciolto, inizi nel silenzio dell'ora buona e amica del cielo buio e si espanda nel cielo terso del mattino col suo sorriso. Buon sorriso al giorno che viene amici miei, estensione del mio oggi.
Vi voglio bene!

venerdì 3 agosto 2012

Treno di notte Francesco Ferro

Nel silenzio della notte
corro verso l’ignoto,
lasciando alle mie spalle
un arido tramonto.
La mia strada è obbligata
da due rette parallele,
una strada che porta
alla destinazione e al destino
scelto da altri.
Corro, corro veloce sbuffando,
porto idee e speranze
verso un destino da compiere,
corro lontano da chi vigliaccamente
cerca di stuprare la mia vita.

....era il 2 agosto 1980

giovedì 2 agosto 2012

Stasera by am vezio ed. 2002


Stasera l’aria
è così dolce e piacevole,
è il suo movimento
che è respiro sulla pelle umida
Mi sento bene
come un bimbo seduto su un divano
accanto alla sua mamma
e come bimbo ho lo stupore
della vita
la perplessità
Stasera
sono un bimbo perplesso
che guarda la vita
la mia
La trama
è una mancanza di tempo
un orologio più veloce
nello scandire il tempo
Il mio tempo
è una scena lenta e muta
con un tic tac vorticoso
Fluttuo in un eterno e non riesco
ad afferrare la mia vita che corre
corre
Vivo un attimo che fluttua
anch’esso con me
ed ecco scompare
La gravità mi penalizza,
capisco che quell’attimo
era vita reale
So che c’era
volteggiava con me
ma
quando è caduto nella vita
si è perso
e non sono riuscita a riconoscerlo.