Translate

Calliope

Calliope
Inno all'arte che nel nostro sangue scorre.

giovedì 31 maggio 2012

Inno a Venere - tra lacrime e grazia di Luigi Violano

La vita mi ha detto buongiorno,
poi mi ha mostrato i tuoi occhi ,
erano lucidi, avevano appena
finito di parlare col dolore di una pena
troppo amara: una spada
conficcata nel miocardio
da troppe stagioni ormai.
Facevano fatica quei due fari
a deglutire la realtà indigesta ,
restavano legati al nodo
che si stringeva alla gola
fin quasi a soffocarti.
Cercavi nell'angoscia
un altro sguardo amico
per colorare il tuo guardare
dell'azzurro del cielo
che standoti di fronte t'incrociava
facendo da specchio al tuo patire infinito.
Eri tu che t'aggiravi sulla via,
mendicando un abbraccio
per ravvivare il tuo umore in frantumi.
Sì, la riconobbi presto
quella grazia nei modi,
una grazia solo tua.
Quella grazia che attendo
spogliata dal peso dei tuoi anni
troppo distanti dalle mie giovanili primavere.
Vivo all'angolo della tua strada
intersecando la mia storia con la tua
per far di due una pena soltanto.
Sto qui, prego in ginocchio,
tremo ogni qual volta tu
mi passi in mente
e non so ancora spiegarmi perchè
questo miscuglio d’emozioni m’ accade
solo con te così frequentemente.
Quale onore grandioso mi dai
di contemplarti, luminoso smeraldo
che al petto porto appeso
come s’appende, di notte,
la luna all’occhiello della volta celeste.
Ti guardo nel silenzio
del mattino appena sveglio
esultando di gioia dinanzi al luccichio
dell'esser tuo
che ad ogni mio parlar ruba la voce.
O tu che dell'umano perdi la sembianza
per somigliare ad angelo divino,
contempla l'armonia dell'universo
che tutto nel mio verso si racchiude
e si fa altare pronto a celebrar
la tua bellezza e gl'infiniti doni
che ti fece Iddio , Sommo modello
di virtù perfetta.
O anime ferite
che pure d'umana finitudine
foste impastate, venite ad ammirare
questa Venere per attingere
da sua beltade ciò che per vostro cuore
è medicina che ridà salute.
Ave divino Apollo che Vergine di sittanto splendore
ponesti in alto loco ad ascoltare
il mio umile priego,
degnati di donare a lei
ancor altra bellezza ponendola
in ancor più alto grado.
Io, pover uomo, resto innanzi
alla sua grazia folgorato
lodando Dio perchè Colei
a Lui mi riportò quando smarrii,
d'un tratto, la retta via
che l'uomo, creatura,
rannoda alla divinità
del suo Creatore.

Nessun commento:

Posta un commento